Il metodo Montessori applicato nella scuola primaria

Il metodo Montessori applicato nella scuola primaria

Nella fascia di età che va dai 6 agli 11 anni, secondo Montessori, per il bambino “si organizza il piano astratto dello spirito umano” che va dall’infanzia all’adolescenza.
La risposta alle caratteristiche di questa fase è, per Montessori, l’educazione cosmica, che conduce alla consapevolezza che “ogni forma di vita poggia su movimenti intenzionali aventi uno scopo non soltanto in se stessi” e che “ogni cosa è collegata alle altre e ha il suo posto nell’universo” . Solo l’acquisizione di questa consapevolezza, per Montessori, può fare acquisire al bambino prima e all’adolescente poi, l’assunzione del suo “compito cosmico”, che consiste nella “collaborazione di tutti gli esseri animati e inanimati” e, quindi, farlo diventare consapevole della sua responsabilità di “essere” che partecipa in modo cosciente al processo evolutivo cosmico.
Questa costituirà la base portante di tutto il processo educativo Montessori per la scuola Primaria e Secondaria.
Dunque, l’ambiente preparato ora non è più solo lo spazio-classe interconnesso con altri spazi, ma diventa l’intera scuola, concepita come comunità scolastica, con le sue regole ed i lavori che vi si svolgono, come comunità di singoli che apprendono seguendo la propria spinta alla conoscenza. E’ un grande ambiente-laboratorio in cui bambini di età diverse (anche se burocraticamente suddivisi per classi di età omogenea) lavorano in continuo contatto e scambio, creando una circolarità di energia che nutre la loro mente e forma un ricco bagaglio di esperienze significative per il bambino che le vive.

Ricco di stimoli culturali, preparato con i materiali e risistemato ogni giorno in base agli interessi e all’uso che ne fanno i bambini, questo tipo di ambiente diventa il programma stesso da svolgere, risultando completamente differente rispetto a quello della scuola tradizionale. Al contrario di quest’ultima, rende possibile l’individualizzazione dei percorsi di apprendimento, in quanto ogni bambino è il protagonista di un suo percorso, in accordo con i tempi e i modi della sua natura.
Ogni bambino ha come riferimento la propria aula e la propria insegnante che, raccordandosi con le altre insegnanti, diventa la persona che “prepara” e cura la “regia” dell’ambiente-laboratorio in cui si muovono i bambini.
La singola classe è concepita come uno spazio aperto per favorire il flusso di comunicazione e scambio con le altre classi. Questo permette al bambino di essere continuamente consapevole di tutto il lavoro che si svolge attorno a sé.
Al suo interno, il principio ispiratore è sempre l’ordine, perché questo venga interiorizzato dalla mente del bambino. E’ quindi accuratamente organizzata come ambiente polivalente: consente il libero uso progressivo dei materiali, l’attività individuale e di gruppo, e si connota nei vari periodi a seconda degli interessi. E’ suddivisa in aree tematiche connesse tra loro in modo logico e riconoscibile, perché il bambino impari ad apprendere soprattutto “i rapporti tra le cose” e non si perda nei loro dettagli.

Arredi fondamentali sono considerati gli scaffali di legno a misura di bambino, che servono a dividere le aree tematiche e ad esporre i materiali, ma anche tavoli e sedie stabili ma leggeri, che si possono facilmente trasportare per cambiare attività. Questi ultimi sono disposti non per file ma in modo policentrico e vengono accostati o divisi a seconda della necessità di lavorare individualmente o in gruppo. L’angolo dell’attività libera consente al bambino di intrattenersi in attività liberamente scelte al di fuori dei cicli di lavoro.
Poiché il Montessori è un percorso di apprendimento autoeducativo, i materiali svolgono il ruolo fondamentale di tramite attraverso cui passa la maggior parte degli insegnamenti. Si dividono in:

  • materiali di vita pratica per la cura dell’ambiente e di sé
  • materiali di sviluppo ( matematica e geometria, linguaggio, scienze, etc.) che rendono percepibili concetti che altrimenti resterebbero astratti.

Attraverso il loro uso l’apprendimento di un concetto diventa un’esperienza concreta, che si svolge in autonomia, cioè non più obbligata a passare prioritariamente attraverso i testi e le comunicazioni dell’insegnante.
Mentre la loro disponibilità favorisce l’autonomia del percorso, la forma e colore consentono la percezione e il controllo dell’errore e la conseguente autocorrezione. La loro gradevolezza e cura estetica aumentano nel bambino il piacere di fare.

L’impiego di materiali fragili (ceramica, vetro) ha lo scopo di rafforzare attenzione e responsabilità, sviluppando il controllo del movimento.

Particolarmente numerosi sono i materiali di matematica e geometria (dedicati allo sviluppo della mente matematica) e del linguaggio. All’elenco dei materiali classici vanno ad aggiungersi, in ogni classe, quelli ideati dalle singole insegnanti.

Non esistono libri di testo in quanto ogni classe ha una sua biblioteca che viene rifornita ed arricchita con volumi di argomenti diversi.

In questa fase quindi l’insegnante Montessori è:

  • il “regista” del lavoro che il bambino deve compiere nel suo percorso di autoeducazione nell’ “ambiente-laboratorio”
  • il costante punto di riferimento del bambino
  • il “trait d’union” tra il bambino, l’ambiente e i materiali.

Per questo egli:

  • prepara, cura e tiene in perfetto ordine l’ambiente, coinvolgendo nelle attività di cura anche i bambini;
  • prepara le attività per il lavoro auto-educativo del bambino da svolgersi in classe, in interclasse, nei laboratori, nelle uscite, etc.;
  • “inizia” il singolo bambino all’utilizzo dei materiali di sviluppo classici, creandone anche di nuovi;
  • organizza il contesto in cui deve svolgersi il lavoro dei bambini (cicli di lavoro senza interruzioni, lavoro libero, scadenze, etc.);
  • rispetta le libere scelte del bambino all’interno del contesto organizzato, assicurandosi che ne rispetti regole e scadenze;
  • rispetta i tempi e i ritmi di apprendimento individuale del singolo bambino;
  • osserva attentamente i bambini e le loro interazioni con gli altri e con l’ambiente;
  • limita l’intervento diretto al necessario e all’essenziale;
  • ricorre alla didattica delle “lezioni collettive” solo nelle occasioni necessarie e previste dai temi attinenti all’educazione cosmica.

Anche l’attività di verifica e valutazione svolta dall’insegnante Montessori è completamente diversa da quella svolta dall’insegnante tradizionale, che giudica l’alunno sul risultato-prodotto. L’insegnante Montessori, invece, centra la verifica e la valutazione sul soggetto-produttore, sulla sua personale dimensione ricettiva ed apprenditiva. E per farlo, prende in considerazione una vasta gamma di aspetti, quali: la capacità di scegliere autonomamente una attività; il tempo di concentrazione; la ripetizione dell’esercizio; la capacità di svolgere organicamente l’attività; la capacità di portare a termine in modo autonomo il lavoro intrapreso; il livello di autostima; il rapporto con gli altri; il rispetto delle regole; la disponibilità e la partecipazione.
Spesso vengono adottate griglie di osservazione che si ispirano al diario psicologico o carta biografica suggerita alle insegnanti dalla stessa Montessori. Queste griglie partono dall’anamnesi personale e socio-familiare di ogni singolo bambino e costituiscono una vera guida di rilevazione, descrizione e interpretazione del suo processo evolutivo, psicologico e culturale.

Articolo tratto da www.montessorinet.it

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