A Cosenza le “mamme Montessori” che si battono per il diritto a una didattica alternativa

A Cosenza le “mamme Montessori” che si battono per il diritto a una didattica alternativa

Bill Gates, Gabriel Garcia Marquez, Mario Draghi, il Principe William d’Inghilterra. Cosa hanno in comune questi personaggi? Si sono tutti formati con il metodo Montessori, la signora della scuola che inventò uno dei metodi pedagogici più famosi al mondo, che punta sull’indipendenza e la creatività del bambino e sul rispetto dello sviluppo fisico, sociale e psicologico degli studenti. Il metodo, usato in tutto il mondo dagli Stati Uniti (dove si contano 5mila scuole a indirizzo montessoriano) all’Arabia Saudita, punta sulla stimolazione della socializzazione e della cooperazione tra studenti, sulla libera scelta del percorso educativo da parte dei ragazzi e su un materiale didattico cognitivo sviluppato e perfezionato dalla stessa Montessori, che favorisce l’apprendimento come scoperta creativa e costruzione della conoscenza.

Semplice, ma anche molto strutturato dunque, il metodo Montessori è allo stesso tempo un sistema di regole che però si fonda su qualcosa che ha più a che fare con la spontaneità che con le rigide norme scolastiche, più con la naturale predisposizione dell’essere umano ad apprendere che con le imposizioni proprie dell’educazione scolastica. Alternativo, sicuramente, eppure (o forse proprio per questo) nuovamente in auge, il metodo non trova però grande riscontro proprio nella patria della sua ideatrice: in Italia le scuole montessoriane sono meno di 200, quasi tutte materne ed elementari e concentrate soprattutto al Nord.

Per questo colpisce la nascita, a Cosenza, della prima associazione montessoriana: un gruppo di donne (e mamme) lo scorso maggio ha dato vita a questa realtà, che inaugurerà il prossimo venerdì 23 con un “Party di presentazione” nel corso del quale i partecipanti interessati, potranno tesserarsi. Abbiamo incontrato la Presidente dell’Associazione “MaMò”, Anna Baldini.

Con il party di venerdì prossimo vi presentate alla città ma anche alla regione visto che siete la prima associazione Montessori in Calabria. Quali sono i vostri obiettivi? Cosa volete e potete dare ai cosentini?

L’associazione Ma-Mò nasce con diversi obiettivi, ognuno importantissimo. Per prima cosa desideriamo farci portavoce di quella che è la pedagogia di Maria Montessori e del metodo educativo che ne scaturisce, attraverso un corollario di iniziative volte a sensibilizzare, verso un metodo che nel mondo viene applicato da circa sessantamila scuole, i genitori che abbiano figli in età prescolare e che desiderino aderire al nostro progetto. Aprire sezioni e classi a differenziazione didattica Montessori nelle scuole statali presenti sul territorio cosentino è il nostro sogno e la nostra aspirazione.

Lei è mamma di un bambino di 4 anni, che cresce con metodo Montessori. Ci racconta la sua esperienza?

Ne sono entusiasta! Mio figlio sta crescendo libero e capace, conosce il suo ruolo all’interno di un gruppo e il suo ruolo in quanto singolo. Questo perché gli vengono forniti gli strumenti per esprimere se stesso attraverso la conoscenza dell’ambiente che lo circonda, e gli si dà la possibilità di seguire le sue naturali attitudini, senza meccanicismi e standardizzazioni. Il bello del metodo Montessori è che ognuno può praticarlo a casa. Ed è uno stile di vita che tende a migliorare il rapporto genitori-figli.

Perché è giusto che anche i genitori calabresi possano scegliere se educare i propri figli con metodi che non sono quelli “mainstream”?

Perché è democratico, perché si deve sempre poter avere la possibilità di scegliere che strada debba prendere l’educazione dei propri figli, senza dover necessariamente rivolgersi a strutture private. In Italia il trend è in crescita e non c’è motivo per cui la Calabria debba restare indifferente rispetto ad un tema così delicato.

Ci dice qualcosa in più sul metodo? I suoi detrattori lo descrivono alternativamente come un metodo troppo rigido e severo, o troppo permissivo e indulgente. Com’è possibile? Qual è la verità?

Le rispondo citando il titolo di uno dei più bei libri scritti da Maria Montessori: “Educare alla libertà”. La libertà così come intesa da Maria Montessori non è assolutamente anarchia, al contrario il metodo è concepito in modo tale da far emergere e far comprendere ai bambini l’importanza della disciplina, dando loro gli strumenti per imparare a regolarsi da soli e a seguire le regole. Si narra che un allievo della Montessori abbia detto: “Qui non facciamo quello che vogliamo, ma vogliamo quello che facciamo!” Lo stile di lavoro di una scuola Montessori è basato sulla non-violenza, a cominciare dal fatto che nessuno grida o parla da lontano all’intera classe o a gruppi di bambini. Spesso la precisione, la cura dell’ambiente, le voci contenute vengono scambiate con la rigidità.

Ma la verità è che la bontà del metodo è nelle mani di chi lo applica, e nella sua formazione.

Una delle vostre battaglie fondamentali è integrare il metodo nella scuola pubblica, ovvero istituire sezioni di scuola dell’infanzia e classi di scuola primaria secondo il metodo di differenziazione didattica Montessori negli istituti comprensivi statali. Per farlo è necessario che questo sia un bisogno condiviso e non la richiesta di una nicchia di genitori. A Cosenza e in Calabria ci sono i “numeri” per pensare ad una cosa del genere?

I riscontri che stiamo avendo in queste settimane ci fanno ben sperare di poter raggiungere un numero sufficiente di genitori che sostengano, con la raccolta firme, questo ambizioso progetto. Ma i risultati si vedranno solo nel mese di Febbraio, durante la delicata fase delle iscrizioni per l’anno scolastico 2017/2018. Non raggiungere una quota sufficiente sarebbe davvero un peccato, un’occasione persa. Noi confidiamo nei genitori, sempre più consapevoli di quanto importante sia il ruolo dell’educatore. In una società così caotica e frustrante come la nostra il bambino deve essere libero di esprimere se stesso senza sovrastrutture e stimoli eccessivi. Ci auguriamo di riuscire a trasmettere la fiducia nei confronti della pedagogia Montessori e nelle professionalità con cui questa viene applicata.

Quanti genitori secondo lei opterebbero per il metodo Montessori se fosse la scuola pubblica ad offrire questa possibilità?

Non voglio peccare di presunzione, ma credo molti. Bisogna abbandonare il preconcetto secondo il quale le scuole Montessori sono elitarie. Un progetto educativo valido e vincente non deve essere prerogativa di pochi, ma di tutti coloro che vogliono seguirlo. Per la scuola pubblica una sezione Montessori è un valore aggiunto all’offerta formativa, per un bambino un valore aggiunto alla sua istruzione e una base solida per l’uomo che sarà.

 

Articolo di Rita Campanaro, pubblicato sul magazine online Make Sud – buone notizie dal Mezzoggiorno

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